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Arte e Cultura
07.03.2018 - 12:170
Aggiornamento: 01.10.2018 - 16:01

Adriana Asti al Teatro Fraschini di Pavia

Le rubriche di fashionchannel.ch: “ARTE e CULTURA”, alla scoperta di di artisti, mostre e spettacoli,  con anche la firma prestigiosa di Michele Olivieri

PAVIA-Con il titolo “Danza macabra”, il dramma scritto da August Strindberg – già noto come La danza della morte – è un testo del 1900 nel quale l’autore svedese si cimentò in un lavoro difficile da interpretare, nel quale i personaggi sono tormentati e a tratti sfuggenti, che finiscono per scontrarsi senza esclusione di colpi, in una atmosfera che si colloca tra dramma borghese e un certo espressionismo. Si tratta di un “inferno” domestico: due coniugi, Edgar e Alice, sono giunti al venticinquesimo anniversario di matrimonio. Si trovano segregati in un’isola nella cui guarnigione lui è capitano. Conducono la loro esistenza tra pigrizia e solitudine. Sono una coppia destinata ad una sorda e opaca infelicità.

I due si trovano di fronte ad una visita inaspettata: l’arrivo di un testimone, l’amico Kurt, colui che li fece incontrare anni prima. Solo allora si scatena la bagarre incontrollabile tra marito e moglie: a questo punto si esibiscono in atteggiamenti di crudeltà reciproca, dal momento che il terzo incomodo è una possibile preda sessuale di lei. La donna si trasforma in una diabolica consapevole con il gusto per il tradimento; il marito invece, un po’ rintronato, vampirizza l’ospite malcapitato. Si assiste ad un gioco delle parti, una danza che attraversa sogni e ricordi. Il dramma profondo consiste nel fatto che per i due coniugi è impossibile mutare la loro condizione che resta beckettianamente “immutabile, senza progresso”.

Lo sguardo del regista Luca Ronconi è divertito, lascia una impronta noir nell’assistere allo scontro dei due belve esibizioniste in uno spazio plumbeo, dove troneggia un letto-podio su cui i personaggi salgono per le loro declamazioni. In questa ottica sono anche i costumi algidi e i volti cerei dei protagonisti. Quasi una nave in tempesta, dove i mobili scivolano dentro e fuori, come se gli spazi mutassero. Ronconi scopre le sfumature grottesche della vicenda, i tre personaggi talvolta stanno per mordersi letteralmente il collo, oppure si divorano metaforicamente, restando però prigionieri delle proprie fantasie. Dalla sua lettura si evincono lo sbeffeggiare, il sarcasmo, l’eccentricità, lo schernire. Lo spettacolo è raffinato e gli interpreti sono ben caratterizzati, in una atmosfera recitativa antinaturalistica tanto congeniale al regista. Giorgio Ferrara è un Capitano Edgar insofferente, psicolabile, spiritoso a tratti comico. Sua moglie, caratterizzata da una Adriana Asti sempre padrona della scena, fino a renderla esasperata e insopportabile, è patinata, infida e vitrea con modi paradossali. Il Kurt spasimante di Giovanni Crippa è colpevole e vittima insieme, un po’ allampanato e spettrale. (www.teatrofraschini.org)

Redazione: fashionchannel.ch – A cura di: Michele Olivieri

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