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31.10.2017 - 10:230
Aggiornamento: 01.10.2018 - 15:41

Pirateria, chiude YouTube-MP3.org

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MILANO-Secondo la Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica, l’audio-ripping oggi è la principale fonte della pirateria informatica esistente, che ha sostituito il peer-to-peer e i torrent, già anch’essi colpiti da richieste di violazione di copyright.

Il sito web YouTube-MP3.org , lanciato e gestito da Philip Matesanz, ha attirato con il tempo un flusso di oltre 60 milioni tra produttori di musica e scaricatori al mese, aumentando così in modo considerevole anche le visualizzazioni di YouTube, divenendo così un sito coeso e affine alla grande e popolare piattaforma di video-condivisione.

Dopo una denuncia della RIAA (Recording Industry Association of America), un’associazione di produttori discografici americana, insieme a case discografiche del calibro di Universal, Warner Bros e Sony Music,schierate dalla parte dell’accusa, hanno dichiarato di aver subìto danni per violazione del copyright, subendo dei grandi danni generati dalla perdita di una gran parte degli introiti di vendite di album e canzoni.

Oltre questo fattore, è stato anche discusso il fatto che il gestore guadagnava sulle pubblicità inserite sul proprio sito web ed è stata violata la DMCA (Digital Millennium Copyright Act), la legge degli Stati Uniti d’America sui diritti d’autore, che ha portato la conclusione delle sentenza definitiva consegnata alla Corte Distrettuale del distretto Centrale della California.

Questo documento, in definitiva, indica una decisione a favore delle case discografiche.

Matesanz, la RIAA e le altre etichette discografiche hanno raggiunto un accordo che impone alla chiusura definitiva del sito web che converte clip in tracce MP3, l’impedimento di non lanciare altri canali e ripper web simili e una bella penale in denaro per i diritti non corrisposti ai ricorrenti, inoltre, il sito web ormai non più funzionante ha trasferito il dominio ad un’azienda di proprietà delle case discografiche ed ha cessato i propri servizi.

La richiesta di risarcimento chiama in causa oltre 304 canzoni illegalmente convertite dal sito web e le etichette discografiche hanno chiesto una cifra intorno ai 150mila euro di danni per ogni istanza.

Da sempre la lotta alla pirateria è stata attiva: da Napster a WinMX, fino a Megavideo e recentemente a KickassTorrents o Torrentz.eu, sarà sempre più difficile trovare film o musica illegale sul web.

Adesso sembrerebbe però che la “pirateria”, fatta sempre più astuta, si sia solo spostata su altri canali, sfruttando l’universo di Google.

Drive, Maps e YouTube sarebbero i nuovi punti nevralgici dello streaming illegale: i “pirati”, infilandosi nelle maglie del controllo di Big G, creano file, video e mappe private , quindi non indicizzate dal motore di ricerca e fuori dai filtri del Mountain View che monitora il materiale caricato, e condividano i link sui forum, social network (Facebook ecc.) e diffondono così illegalmente.

Anche se Google Drive dispone di una serie di contro-misure e controlli, si affida molto anche alle denunce degli utenti, fornendo un form dove poter fare segnalazioni di contenuti protetti da copyright, al fine di prevenire la pirateria.

A cura di: MarketingSeo

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