Fenomenologia dello stivale

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LUGANO - Un capo ancestrale, sempre simile a sé stesso: i calzari alti, dalla caviglia alla coscia, hanno accompagnato l’umanità dalla caccia ai mammut sino alle passerelle odierne, passando attraverso campi di battaglia, circoli equestri, battute di caccia e deserti sabbiosi.

Versatili, comodi e soprattutto utili, gli stivali, sia con la suola piatta che col tacco, sono quel capo d’abbigliamento ( blasfemo segregarli nell’ambito degli accessori!) che non passerà mai di moda, a patto d’esser sobri. Ma quali sono i principali modelli, e quali si adattano meglio per ogni occasione?

Stivali al ginocchio

Lo stivale al ginocchio, in pelle rigida e tacco basso, è tra tutti il più elegante perché svincolato dalle mode del momento e anche nelle sue forme più sobrie è perfetto così com’è. Negli anni ’60 veniva abbinato alla minigonna, ma si addice alla perfezione anche ad un pantalone chiaro ed aderente, rimandando alla bellezza delle campionesse di dressage, che col frustino muovono i cavalli a ritmo di valzer. Oggigiorno, forse per merito di una mai diagnosticata – ma probabile- epidemia di daltonismo, gli stivali al ginocchio stanno calcando le passerelle di tutto il mondo luccicando dei colori fluo più assurdi. I calzari alti sino al ginocchio sono così belli e funzionali che, dalle armate napoleoniche sino alla casa bianca, con Melania Trump, hanno sempre conquistato il mondo senza aver bisogno di colori stravaganti e bizzarri eccessi stilistici per farsi notare.

Chelsea Boots

Gli stivali Chelsea, detti anche Beatles, sono calzature senza lacci, arrivano alla caviglia e sono caratterizzati da una banda elastica laterale che li rende molto facili da infilare e sfilare. Questi stivaletti discendono dai jodhpur, calzature utilizzate dai coloni britannici in India pensate per l’equitazione.

La creazione dei Chelsea boots risale al 1800, quando il calzolaio di corte della Regina Vittoria di Inghilterra, J. Sparkes-Hall, utilizzò la gomma vulcanizzata per realizzare una scarpa. La Regina Vittoria apprezzò moltissimo questi stivaletti, al punto che cominciò ad indossarli tutti i giorni e l’inventore li brevettò nel 1851. Il fatto che ancora oggi vengano riproposti continuamente è la prova che le invenzioni geniali…non devono temere i cicli ( e ricicli) della moda, perché grazie alla loro bellezza e funzionalità durano nei secoli dei secoli.  

Stivali slouchy

Gli stivali slouchy sono morbidi, e con le loro pieghe dolci smorzano il tono marziale dello stivale alto.  Gli slouchy sono larghi e si possono trovare in tutte le declinazioni: alti sino alla coscia o bassi sino alla caviglia, con suola liscia e con la punta arrotondata o con punta affusolata e tacco vertiginoso, per chi vuole essere sexy desiderando però mostrare di avere anche un lato morbido e flessibile.

Stivali con la zeppa

Novità dell’ultimo anno sono gli stivali con la zeppa, una vera zappa sui piedi per i cultori del classico. I platform sono resuscitati come divinità ( o come orrendi zombie?) dai guardaroba dei glam rockers degli anni ’80. Questi tacchi altissimi, con plateau, hanno calcato le passerelle dell’autunno-inverno 2021 e, come mostra l’apprezzamento della critica per le creazioni di Versace, Prada o Molly Goddard, nel 2022 ne vedremmo parecchi, per la gioia dei medici ortopedici. Stivali con la zeppa di Miu Miu.

Stivali aderenti

I socks books sono squisitamente perfidi: aderenti e sfrontatamente sexy, con la loro semplicità sono disarmanti e non possono nemmeno essere accusati di eccessiva eccentricità, a patto non siano prodotti in latex o con colori sgargianti. Questi “stivali calza”, tipicamente invernali, sono  audaci e possono essere di diversi materiali elasticizzati. In  pelle morbidissima o maglia, per aderire perfettamente alla gamba, mandando in pensione collant e calze, suscitando l’interesse anche del più annoiato dei pensionati. Chi li indossa vuole essere guardata: per questo si abbinano con orli corti o profondi spacchi. A differenza delle zeppe, però, i socks boots possiedono ancora un’aura di eleganza che i trampoli sopracitati hanno smarrito.

Stivali di pelo

Gli stivali furry, con la loro primitiva eleganza, sono sempre attuali a San Moritz o a Cortina d’Ampezzo, le mete degli amanti del lusso montano. Questi calzari ricoperti di pelo potrebbero benissimo essere appartenuti anche ad una principessa dell’età del Bronzo, ma troneggiano anche sulle gambe di influencer e attrici. Sexy su chi padroneggia l’arte della seduzione ma pericolosi perché facilmente sporchevoli e capaci di trasformare una donna in un troglodita, sono la grande sfida del 2021-2022. Spendendo 1500 euro per uno stivale di pelliccia di Miu Miu o Chanel potrete trasformarvi nella regina delle nevi, ma a vostro rischio e pericolo: lo yeti potrebbe rapirvi per avervi come consorte.

Stivali alti, cuissardes

Gli stivali alti sino alla coscia sono un classico del guardaroba contemporaneo, e possono essere sia di tipo rigido ed aderente che di tipo morbido. Unico difetto sociologico: il pregiudizio che ancora aleggia attorno a questa eccentrica calzatura è tale per cui solo le poche elette capaci di fregarsene del giudizio altrui, per ciò che riguarda i dogmi sociali del pudore, possono indossarla con non-chalance. Un lusso per poche…anime libere.

Stivali texani da cowboy

Una delle tendenze più forti che segneranno la prossima stagione, secondo Vogue, è ispirata alla cultura western. Oltre al cappello e ai pantaloni "chaps", gli stivali texani entreranno nella nostra quotidianità come un calcio rotante di Chuck Norris con la loro tipica punta allungata e il tacco a cono. I più feroci sostenitori del classico li ritengono un concorrente della Durex, in quanto anti-concezionali.

Redazione Fashion