Embodied surfaces

EMBODIED SURFACES

08.11 – 14.12.2025

Con: Isatou Jallow, Nina Emge, Jamal Nxedlana, Yul Tomatala, Manutcher Milani, Sebastián Dávila

Organizzato da: Deiara Semeco Kouto & Rafael Kouto

Vernissage: SABATO 08 NOVEMBRE 2025 dalle 18:00 a La Rada

Orari di apertura della mostra: Venerdì e sabato, dalle 15:00 alle 19:00  e su appuntamento scrivendo a: [email protected] // Entrata gratuita.

___

La Rada – Spazio per l’arte contemporanea è lieta di invitarvi all’ultimo appuntamento del programma espositivo OUTSIDE OF US per l’anno 2025.
Sabato 8 novembre inaugura Embodied Surfaces, una mostra collettiva organizzata da Deiara Semeco e Rafael Kouto, che riunisce le opere di Isatou Jallow, Nina Emge, Jamal Nxedlan, Yul Tomatala, Manutcher Milani e Sebastián Dávila.

Dopo Unseen Reconstructions (2023) e An Elusive Elsewhere (2024), Embodied Surfaces conclude il ciclo espositivo a La Rada. Le opere in mostra interrogano la percezione visiva, proponendo illusioni ottiche e slittamenti sensoriali che invitano lo spettatore a mettere in discussione i propri modi di vedere e di esperire la realtà.

L’edizione di quest’anno affronta il tema della memoria collettiva all’interno della diaspora, indagando il ruolo della percezione e del tatto nella costruzione dell’esperienza. Il focus è posto sulla capacità di percepire il corpo — il corpo in movimento, il corpo come archivio — esplorando come il contatto fisico e mentale plasmi e riformi la nostra presenza nel mondo, l’associazione di una seconda pelle o alla creazione di corpi scolpiti dalla propria identità e vissuto personale.

Partendo dal principio secondo cui vivere significa percepire lo spazio e, allo stesso tempo, spaziare nel tempo, Embodied Surfaces libera le energie dei corpi che percepiscono, si trasformano e si fanno movimento.

La mostra pone inoltre l’accento sull’emancipazione delle persone diasporiche e sull’uso della percezione attraverso i materiali tessili, visibili e tattili. Il tessile, inteso come seconda pelle, avvolge i nostri corpi in movimento: ci protegge, ci separa e, al contempo, ci connette. Attraverso ogni atto di avvicinamento e di creazione, si genera un mondo in cui identità, mente e geografia si fondono, e in cui il corpo stesso diventa spazio di sperimentazione.