ABITARE/CASA
14.07.2022 - 20:000

Progetto Fondazione Cavalsassi

Il villino Cavalsassi è un esempio di eclettismo liberty realizzato negli anni ‘10 del secolo scorso nel Quartiere Nomentano a Roma

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Il contesto del villino Cavalsassi, oggi adibito a scuola, è particolare, risuona degli echi di uno stile di vita passato, raffinato e orientato all’estetica e al gusto per le cose belle.

Sottoposto a vincolo di interesse storico-artistico, la discrezione dei corpi illuminanti, oltreché in linea con l’idea di intervenire delicatamente e in maniera rispettosa del contesto, era d’obbligo, per ottenere il nulla osta della Soprintendenza all’Archeologia e Belle Arti del MIBACT.

Tutti i corpi applicati alla facciata sono miniaturizzati, in modo da poter essere incassati facilmente sui davanzali (i Centro Mini di Quick Lighting) o arretrati rispetto al filo della facciata per non essere visibili dall’esterno e dalla strada, come nel caso del coronamento in copertura, dove sono state usate le Ondaled, barre luminose dello spessore di 1 cm  adatte a essere esposte alle intemperie, perché il led è “affogato” in un sottile strato di resina poliuretanica che le rende impermeabili e stagne. Unica eccezione sono i piccoli proiettori posti sulle entrate del piano terra e ai lati delle due porte finestra del prospetto est, i Rocchetto P. ulteriormente mimetizzati da una verniciatura personalizzata che riproduce il colore della facciata.

La scelta di gestire la luce di facciata con degli scenari dinamici, attraverso un sistema di segnale DMX, è stata dettata dall’esigenza di utilizzare lo spazio esterno della scuola in maniera diversa nel tempo. A volte nel giardino si svolgono eventi serali o rappresentazioni teatrali e la facciata può diventare un vero e proprio fondale di scena, opportunamente illuminato.

In merito alle soluzioni adottate per poter mettere in evidenza i caratteri architettonici delle facciate, l’idea di base è stata quella di ribaltare il paradigma che solitamente si usa per l’illuminazione delle facciate che presentano elementi architettonici classici o del passato. E’ stato deciso infatti di illuminare i vuoti, i vani e gli imbotti delle finestre, e in maniera asimmetrica, perché i Centro Mini sono incassati lateralmente sul davanzale, vicino a uno dei due imbotti verticali delle finestre.  La facciata, tramite cicli automatici di accensione, si illumina per lo più la sera e la notte, quando l’attività didattica è finita e le finestre sono chiuse.

Illuminare i vuoti architettonici delle finestre anziché i pieni permette di dare vita alla facciata come se l’edificio fosse in qualche modo vivo anche durante l’orario di chiusura della scuola. 

Redazione Abitare

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